#10yearchallenge Donne, mamme, lavoratrici oggi si può?
#10yearchallenge Donne, mamme, lavoratrici, oggi si può? Dare una risposta perentoria a questa domanda, nel 2019 è ancora difficile. Troppe sono le variabili che limitano alle mamme la possibilità di entrare nel mondo del lavoro e rimanerci! Troppi i luoghi comuni! Il video “Cose da non dire alle mamme lavoratici” lanciato lo scorso anno da Pozzoly Family riassume alla perfezione e in maniera esilarante quanto realistica, quello che noi mamme siamo costrette a subire nel passaggio da donne-lavoratrici a mamme-lavoratrici.
Ma perché? Gli stereotipi che negli anni ‘70 hanno visto le donne diventare protagoniste di un movimento radicale, professare la loro autonomia e libertà, non sembrano essere venuti meno col tempo, annidandosi, anzi, in convinzioni sbagliate e ingiustificabili. Troppi esempi e testimonianze di donne che hanno subito, accettato e ignorato alcuni dei cliché associati al gentil sesso, hanno reso col tempo le mamme lavoratrici una categoria da demonizzare o, a seconda dei casi, da aggredire, addirittura da compatire, piuttosto che valutare nella sua soggettività.
Le donne demotivate, rinunciano alle loro ambizioni. D’altronde ci si potrebbe mai dimettere dal ruolo di mamme? La campagna di qualche anno fa Moms Don’t Quit contro i pregiudizi che spingono ogni anno migliaia di donne a scrivere la loro lettera di dimissioni, faceva leva proprio su questo. Costrette a scegliere tra maternità e lavoro, l’unica possibile alternativa che le mamme hanno, ma che non sceglierebbero mai è quella di rinnegare il loro ruolo. Impossibile: la mamma e mamma, anche se a discapito della carriera. Secondo Francesca Zajczik sociologa dell’Università Bicocca
“le donne non vivono la carriera come un loro diritto. È una questione culturale: nel nostro Paese c’è ancora la mitologia della femmina come madre e come perno della cura familiare. Molte ragazze portano addosso il peso di questo retaggio e non osano mettere in primo piano la realizzazione professionale”.
La maternità, l’essere mamme, tuttavia, non rappresenta una condizione universale. Ognuna ha la sua storia, così come ognuna ha il diritto di essere mamma e lavoratrice, di scegliere e combattere per esprimere la propria esistenza. Sono ancora troppi i limiti oggettivi che le donne-mamme devono superare per lavorare, per questo
“Decidono di diventare madri sempre più tardi (l’Italia è in vetta alla classifica europea per anzianità delle donne al primo parto con una media di 31 anni) e rinunciano sempre più spesso alla carriera professionale quando si tratta di dover scegliere tra lavoro e impegni familiari (il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattiva)”.
E’ quanto emerso nell’analisi “Le Equilibriste: la maternità in Italia” condotta nel 2018 da Save The Children. Equilibriste è forse il termine che più si addice alle mamme-lavoratrici, che guardano avanti attente, concentrate. Non hanno paura di cadere e affrontano la realtà con le loro fragilità di donne e la loro forza di Mamme.
Da donne, madri e imprenditrici sappiamo cosa vuol dire vivere la duplice condizione. Anzi la triplice! Cosa vuol dire per un’impresa fare i conti con i limiti burocratici, fiscali ed economici legati alla maternità, e da lavoratrici-libere professioniste, essere madri in una società dove impera lo squilibrio di responsabilità tra uomini e donne, tra padri e madri.
“Rispetto agli uomini, oggi le donne hanno un accesso diverso alle opportunità di lavoro, un muro quasi invalicabile che impedisce loro di ricoprire alcuni ruoli importanti, come gli incarichi dirigenziali di alto livello. In pratica, la strada è quasi sbarrata per quelle professioni che richiedono maggiore presenza e impegno e che, di conseguenza, sono anche più remunerate. Non a caso, sta crescendo la domanda per tutti quei servizi che aiutano le donne a conciliare lavoro, famiglia e impegni: dai nidi alle società di baby sitting, solo per fare alcuni esempi.”- sostiene Federica Ortalli, Presidente del Comitato Imprenditoria femminile della camera di commercio di Milano.
Essere donne, mamme e lavoratrici è un diritto, ma anche una sfida a cui non dovremmo mai rinunciare, per noi e per i nostri figli!
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