Dall’ego – sistema all’ecosistema
Almeno una volta nella vita abbiamo detto o sentito ripetere questo motto: “squadra che vince non si cambia”. Come se la certezza della vittoria o del successo fosse meglio che tentare un cambiamento, uno stravolgimento. Non per noi. La squadra si cambia se il cambiamento la migliora, se dà nuovi spunti, nuove sinergie ed energie. L’opportunità del cambiamento parte nella quinta puntata del podcast “Nessuno diventa eroe da solo”, che non sarà più un tradizionale podcast. Questa volta andremo direttamente in onda: riflettori puntati e…AZIONE! Ma vi è di più. Non solo questa volta saremo in diretta, ma il Role Model non sarà proprio una persona. No! Sarà un progetto, un progetto di ospitalità spinto all’estremo. Perché? Partiamo dal principio.
Siamo in Calabria. La Calabria, e Muccino ce l’ha ricordato, è la terra del sole, del mare, delle clementine e del bergamotto. Ma la Calabria è molto altro. È la terra dei borghi, del vivere in comunità, della condivisione. Le aree interne hanno un ruolo fondamentale perché sono capaci di preservare incontaminato il patrimonio storico-culturale del paesaggio esistente, delineando uno scenario insensibile al tempo. Al contempo, però, sono fucine di possibilità, di opportunità, di promozione di stili di vita alternativi a quelli delle grandi città.
Non solo siamo in Calabria, ma siamo a Vaccarizzo di Montalto Uffugo, tra la Valle del Crati e la catena costiera Paolana, in provincia di Cosenza. Paesaggio rurale, che richiama i profumi e le passioni di tempi ormai troppo lontani. Non è un borgo, ma appena una frazione in periferia, un piccolo nucleo a rischio spopolamento: le case vuote, le scuole chiuse, niente bus e nessun servizio. “Ma qui non c’è niente”, direte. E questo lo pensavano anche gli abitanti di Vaccarizzo. Un paese destinato all’estinzione. Un paese vuoto. Ma se questo vuoto fosse meramente apparente? Se questo vuoto fosse un finto problema?
Il progetto “I live in Vaccarizzo” cerca di dare una risposta a questi problemi: riscoprire il territorio per riscoprire la comunità, il vivere insieme e fare di questa esperienza un’opportunità (perché no?), anche lavorativa. Il progetto nasce dal basso, nasce dalla comunità stessa, nasce dalla voglia di sentirsi parte attiva di un qualcosa di più grande, di un cambiamento. Ed è questa la ragione per cui “Nessuno diventa eroe da solo” aveva previsto la creazione di 8 podcast itineranti in 5 province calabresi, con un faro acceso sulle zone geograficamente più periferiche. L’idea originaria era quella di mostrare proprio quelle realtà più nascoste, coinvolgendo le comunità tramite una vera e propria interazione con il pubblico. Così immaginavamo questo momento. Purtroppo, l’attuale situazione pandemica non ci ha permesso la realizzazione di questo intento corale. Ma, ecco l’opportunità: i podcast itineranti, perchè avranno comunque al centro il coinvolgimento della comunità, “non più itineranti” perché grazie al carattere smart del digitale le distanze si riducono, e anche se gli spostamenti fisici sono impossibili, quelli digitali hanno la possibilità di manifestarsi in tutta la loro reale utilità.
La realtà di Vaccarizzo e di altri borghi calabresi ci consegna, quindi, un dato sensazionale: a prescindere dalla marginalità geografica, ogni territorio ha delle opportunità. Per Vaccarizzo, ad esempio, l’opportunità è stata capire la potenzialità insita nel tessuto umano esistente in quel luogo, anche se in via di abbandono. E allora era l’approccio ad essere sbagliato: vedere il vuoto del paese come un problema, limitava la creazione. E’ servito invertire la classica tendenza umana, sfatando quel leitmotiv deprimente del “qui non c’è niente”, per far sbocciare la bellezza. I vuoti, quindi, sono opportunità da riempire. Basta solo scoprire come!
In questo scenario, la comunità gioca certamente la partita da protagonista, con un facilitatore. E’ come in una partita di calcio: senza il centrocampista che facilita il passaggio, l’attaccante non può segnare e cogliere l’opportunità della porta vuota. E’ quello che ha fatto Roberta Caruso, giovane imprenditrice calabrese, fondatrice a Montalto Uffugo del coliving Home for Creativity. Roberta è stata la concretizzazione della maieutica socratica per la comunità di Vaccarizzo. Perché? Anche questa volta, partiamo dal principio.
Roberta aveva un problema: un immobile, bello e accogliente, con tutte le carte in regola per diventare casa, ma con un limite. Era vuota. E allora, cosa poteva fare? Le soluzioni erano due. Poteva accomodarsi sul problema e focalizzare tutta la sua attenzione su di esso, aspettando l’illuminazione della soluzione. Oppure poteva guardarlo da un’altra prospettiva. Nelle gallerie d’arte, nei musei, quando vogliamo osservare un quadro, sia esso di Leonardo Da Vinci, di Botticelli o di Monet, generalmente, ci accomodiamo su quei simpatici divanetti al centro della sala. O meglio, veniamo invitati dall’ambiente circostante a “prendere le distanze”. Non è solo una questione di sicurezza (non c’è che dire, al giorno d’oggi “sicurezza” is the new black, sta bene proprio con tutto!), ma soprattutto una questione di apprezzamento: solo dalla giusta distanza è possibile cogliere la bellezza e l’occasione di emozione che quel quadro, quel dipinto, ci può offrire. E allora, non si tratta di trovare la soluzione, si tratta di cogliere l’opportunità che quella situazione di incertezza genera.
Ecco perché, questa volta, non abbiamo scelto un’unica persona come Role Model, ma è l’intera comunità di Vaccarizzo ad essere il vero eroe quotidiano. Roberta, dal canto suo, ha avuto l’intuizione di analizzare la sua personale situazione con il giusto punto di distanza, riuscendo a mettere a fuoco il contesto in cui si collocava il problema della comunità a cui apparteneva. Ecco che, letto in questa diversa chiave prospettica, il problema diventa opportunità. Cambia il punto di vista. Il quadro ha più valore, ha un suo perché. L’immobile non è più solo una costruzione, ma una casa, un co-living, in cui le persone vengono da tutto il mondo per condividere e condividersi, per ritrovare la bellezza della lentezza, per scoprire nuove fonti di ispirazione. E’ uno strumento creato dalla comunità, per la comunità; un laboratorio di trasformazione sociale, coerente con la visione del territorio, capace di valorizzazione il patrimonio ambientale e culturale di quella terra, ma soprattutto è stato ed è uno strumento di crescita del valore umano. La comunità, allora, sotto questa spinta diventa uno straordinario ecosistema.
Curiosi di scoprire come? E allora agenda in mano, penna rossa e cerchiate la data del 10 novembre: priorità ALTA!
A volte non serve avere un pensiero divergente. A volte basta pensare veramente.
Scritto dal team di Ang inRadio Rende – Nessuno diventa eroe da solo
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