Team Building: perché un percorso è meglio di una cena?
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Letteralmente team building, significa costruzione di una squadra. Quindi il termine si riferisce a un processo che crea e rafforza una squadra. Dell’importanza e del significato di team building abbiamo già scritto nel nostro blog.
Oggi però, con la consapevolezza di molti anni di esperienza nella facilitazione di team aziendali, aggiungiamo qualche tassello in più e scompigliamo subito le carte domandando: che cos’è una squadra e in cosa si differenzia da un gruppo? Dopotutto, per sapere come costruire qualcosa dobbiamo prima sapere di cosa si tratta, per non rischiare di andare a zonzo.
Siamo certe che, senza barare cercando su google, alla maggior parte di chi ci legge, basta riflettere un po’ per intuire quali siano le caratteristiche di una squadra. Forse basterà addirittura fare mente locale a tutte le volte che, tra uno sbuffo e un ghigno di disapprovazione, si è esclamato: non si lavora così in squadra! Oppure viene in mente quella volta che avete pensato alla forza del team di cui si fa parte!
Ecco, molto probabilmente facevate riferimento al raggiungimento degli obiettivi comuni e condivisi, elemento imprescindibile di una squadra e non necessario per un gruppo di persone che può trovarsi insieme per caso e lavorare individualmente senza influenza reciproca.
A questo punto, inizia a delinearsi (o a complicarsi, dipende dai punti di vista!) quel processo di costruzione della squadra, meglio noto come team building. Ma quando serve?
Criticità in azienda, come il team building può fare la differenza
Immaginate un’azienda dove ogni dipendente ha talmente tanta dedizione nei riguardi del proprio lavoro da dimenticare completamente l’esistenza di colleghe e colleghi. Suona familiare? Ma questa è solo una delle tante sfide che abbiamo riscontrato lavorando con diverse realtà aziendali. Nel nostro lungo percorso di collaborazione con varie aziende per migliorare il loro team building, abbiamo identificato alcune difficoltà ricorrenti che spesso ostacolano il pieno potenziale dei team di lavoro. Permetteteci di accompagnarvi in un breve viaggio tra le problematiche più comuni, con spirito di condivisione e senza saperi indiscutibili calati dal monte Olimpo.
- Tanta motivazione e impegno, ma poca attenzione al lavoro altrui: in molte aziende, osserviamo una forte motivazione e dedizione da parte di ogni dipendente. Tuttavia, questo grande impegno nel proprio lavoro spesso porta a trascurare le esigenze di altre del team. Questo può creare un ambiente di lavoro frammentato, dove il supporto reciproco e la collaborazione passano in secondo piano rispetto agli obiettivi individuali. È essenziale promuovere una cultura aziendale che valorizzi l’importanza dell’attenzione verso colleghe e colleghi, riconoscendo che il successo individuale è strettamente legato al successo collettivo.
- Focus sulle criticità, dimenticando le cose positive: un’altra problematica frequente è la tendenza a concentrarsi eccessivamente sui problemi e sulle criticità, trascurando gli aspetti positivi e gli obiettivi raggiunti. Questo atteggiamento può demotivare il team e creare un clima negativo. È fondamentale bilanciare il focus sulle aree di miglioramento con il riconoscimento e la celebrazione delle vittorie, per mantenere alto il morale e incentivare una cultura del continuo miglioramento.
- Comunicazione interna senza un flusso costante e funzionale: la comunicazione efficace è il cuore pulsante di un team che lavora bene e serenamente. Tuttavia, molte aziende soffrono di una comunicazione interna frammentata e incoerente. Questo può portare a fraintendimenti, inefficienze e conflitti. Implementare canali di comunicazione chiari e strutturati, e promuovere un flusso costante di informazioni, è cruciale per garantire che chiunque nel team sia allineato/o e informato/o.
- Scarsa conoscenza delle personalità: infine, una delle sfide più sottili ma ingombranti è la scarsa conoscenza delle diverse personalità all’interno del team. Ogni persona porta con sé un insieme unico di esperienze, competenze e modi di interagire. Non comprendere e valorizzare queste differenze può limitare la capacità della squadra di lavorare in modo coeso e sfruttare appieno il potenziale di ciascun membro. Attività di team building mirate possono aiutare a scoprire e ad apprezzare le diverse personalità, creando un ambiente di lavoro più armonioso e produttivo.
L’importanza di un percorso di team building
Il termine costruire implica il comporre, l’unire insieme elementi separati. E non può essere casuale quando si tratta di costruire una squadra. Non è forse vero che unire persone implica una difficoltà decisamente elevata? Direttamente proporzionale al numero di esseri umani da mantenere insieme, si potrebbe azzardare. Laddove mantenere forse può assumere il significato caro a Erri De Luca: tenere per mano
Perciò, in tale contesto, una sola cena o una sola gita, nella maggior parte dei casi, non è sufficiente per un team building efficace. Oltre l’evento singolo infatti, c’è un campo fertile dove poter seminare e far sviluppare relazioni significative con il proprio team, generare nuovi o rinnovati rapporti e trasformare le criticità in alleate di crescita.
Organizzare una serata tra colleghe e colleghi dovrebbe essere il desiderio di trascorrere del tempo di qualità, oltre l’ufficio, assieme a persone con cui si sta bene, il frutto di relazioni già salde. E quando non è già così, può solo diventare il risultato di un percorso di team building ben strutturato, durante il quale chiunque abbia partecipato (dipendenti, manager, facilitatrici), ha lavorato bene.
La (tras)formazione di un percorso di team building
Chi partecipa a un percorso, per definizione, parte da un punto A e arriva a un punto B (o C; D… Z), passa da un livello iniziale e raggiunge quello successivo e nel mezzo si trova l’opportunità per apprendere, crescere, costruire.
Se ben strutturato, un percorso di team building bussa alle spalle individuali e scatta nitide foto di gruppo di persone più consapevoli e coinvolte.
Sono molti i casi in cui si comincia con poca consapevolezza di cosa accade in ufficio, delle dinamiche di cui si è protagoniste e protagonisti o spettatrici e spettatori. E anche quando questa consapevolezza esiste, quasi sempre è da tramutare in azione, in gesti, in parole, in abitudini, in nuovi punti di vista, in una visione dell’altra persona con le sue luci e le sue ombre, i suoi muri e le sue porte aperte, i suoi talenti e i suoi fallimenti.
È così che un percorso di team building va oltre la formazione. Aumenta la coesione e la collaborazione delle persone, consegna strumenti di comunicazione efficace e metodologie di risoluzione dei conflitti, stimola innovazione e creatività potenziali. E dove questo già esiste, lo affina.
L’approccio di Goodwill
Per noi di Goodwill è fondamentale creare un vero e proprio percorso di team building che sia impattante e trasformativo. Il nostro approccio si basa su un coinvolgimento continuo e attivo di ogni partecipante, evitando di impartire lezioni dalla cattedra. Questo richiede l’impegno di ogni membro del team, una promessa di apertura a nuovi punti di vista e una fiducia reciproca che costruisce fondamenta solide.
Ci piace l’idea che con Goodwill si possa realizzare insieme un viaggio di crescita collettiva e personale. Ecco perché le attività di un percorso di team building con noi, sono immaginate, di volta in volta, già da un team, il nostro. Questo significa che non abbiamo pacchetti preconfezionati da vendere tout court, perché crediamo poco nell’efficacia di questo tipo di team building. Siamo convinte che il valore aggiunto di un percorso di team building risieda nel provare a creare connessioni con ogni singola azienda, avendo sempre cura di stare sulle persone.
Come? Attraverso l’ascolto dei diversi stati d’animo, prendendo nota delle difficoltà, lasciando spazi di osservazione e adattamento costanti.
L’approccio di Goodwill nel costruire un percorso di team building, è caratterizzato da profondità e articolazione, andando ben oltre l’effetto temporaneo di una singola cena. La facilitazione, punto cardine del metodo Goodwill, offre uno sguardo esterno e imparziale che permette di valorizzare quanto più è possibile le persone. Questa prospettiva esterna è fondamentale per identificare e apprezzare le attitudini individuali di chi partecipa al percorso. Per questo è essenziale un’osservazione prolungata nel tempo, che consente di comprendere appieno le dinamiche personali e collettive.
Un percorso strutturato di team building, come quello proposto da Goodwill, è concepito per mettere in luce la complessità e la ricchezza di ogni persona all’interno del gruppo. Non ci si limita a considerare le competenze tecniche, ma si esplora l’intera gamma di caratteristiche personali, punti di forza e contributi unici che ciascuna e ciascuno portano al team. Questo approccio olistico permette di creare una sinergia più consapevole e duratura, in grado di trasformare il gruppo in una squadra coesa e resiliente, di rafforzare i legami interpersonali e di sviluppare una cultura aziendale più attenta, più armonica e valorizzante, capace di affrontare sfide e raggiungere obiettivi con una visione condivisa.
Le aziende che hanno scelto di accogliere questo approccio e lavorare con noi, sono testimonianza di come un percorso di team building con Goodwill possa fare le differenza.
Per saperne di più, visita la sezione dedicata sul nostro sito e contattaci per iniziare un percorso con Goodwill o anche solo per avere qualche info in più. Siamo qui, per un primo confronto e rispondere a ogni dubbio.
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