Intelligenza Artificiale e applicazioni pratiche: La svolta intellettuale che (non) attendevamo?
Si è scritto e detto di tutto sull’intelligenza artificiale e le sue applicazioni pratiche. Come scrive Luca Altimani, “anche lo stracchino che ho nel secondo ripiano del frigo ha iniziato a definirsi esperto di intelligenza artificiale” o per dirlo in altri modi, la questione è diventata così onnipresente che perfino le pietre sembrano pronte a discutere di reti neurali
Così, abbiamo pensato di fare il punto e introdurre alcune riflessioni sul tema.
Nel caos informativo proviamo dunque a dare un’occhiata ravvicinata e, allo stesso tempo, un quadro generale all’intelligenza artificiale e alle sue applicazioni pratiche, provando a separare i fatti dalle illusioni e dai luoghi comuni. Siete pronti? Ecco a voi l’intelligenza artificiale tra miti e realtà!
La verità, nient’altro che la verità sul futuro tecnologico, dica lo giuro!
L’Intelligenza Artificiale (IA) e i Data Scientist sono al centro delle trasformazioni tecnologiche che stanno cambiando il nostro mondo. Tuttavia, molte convinzioni sbagliate circondano queste discipline, alimentando paure e incertezze. Da che il mondo è il mondo, nessun tipo di sviluppo (per esempio l’invenzione della ruota) è rimasto indenne a critiche, aloni di mistero costruiti ad hoc, complottisti scetticismi e altre simili attitudini volte a mantenere lo stato delle cose per ragioni che meriterebbero un articolo a parte.
La domanda è sempre la stessa: Ma davvero si stava meglio quando si stava peggio? Davvero tutta la rivoluzione tecnologica che viviamo da un ventennio circa, ha reso le nostre vite peggiori di quelle dei nostri nonni?
Come direbbe Alessandro Baricco, per comprendere al meglio tutto dobbiamo osservare l’intero tavolo da gioco. I dati ci dicono che negli anni 60 avevamo un’aspettativa di vita di 69 anni mentre oggi è salita fino ad 83. Viviamo di più, viaggiamo di più, abbiamo accesso a più informazioni e a più formazione. Stavamo giusto digerendo e comprendendo tutto questo, quando ecco che l’ intelligenza artificiale a portata di tutti e non solo di scienziati, sembra poterci sostituire completamente e rendere anche noi un pò più robotici che umani. Ed eccoci di nuovo spiazzati.
Proviamo allora invece a mettere in discussione il sentire comune, le paure e i miti che oggi occupano i tavoli di discussione.
Mito 1: Quel che impariamo oggi potrebbe non servire più già dopodomani
È vero, la tecnologia evolve rapidamente, ma ciò non significa che il suo apprendimento sia un’impresa inutile. Anzi, è l’opposto. L’IA e la Data Science sono fondamentali per il progresso e le competenze acquisite oggi costituiranno la base per le sfide di domani. L’apprendimento è un investimento nel proprio futuro e nelle capacità di adattamento alle nuove tecnologie che il futuro ci riserva.
Mito 2: L’Intelligenza Artificiale eliminerà molti posti di lavoro
Questo è un timore diffuso, ma è importante chiarire che l’IA è progettata per migliorare e non sostituire le capacità umane. L’automazione creerà nuove opportunità e cambierà la natura del lavoro, ma allo stesso tempo richiederà nuove competenze e ruoli specializzati. I Data Scientist, in particolare, saranno essenziali per guidare l’implementazione e l’ottimizzazione di soluzioni basate sull’IA
Mito 3: Solo l’1% della popolazione avrà competenze superiori all’Intelligenza Artificiale
Questa affermazione è una semplificazione eccessiva della realtà. L’IA è una disciplina in continua evoluzione, e mentre ci saranno esperti altamente specializzati, le competenze relative a questa tecnologia si diffonderanno in molti settori. L’accessibilità a strumenti e risorse per l’apprendimento dell’IA sta aumentando, aprendo le porte a una più ampia adozione e uso della tecnologia.
Tra mito e realtà
Questi dati positivi possono davvero bastarci e renderci tranquilli? Possiamo davvero guardare con ottimismo al futuro solo sapendo che la somma sarà positiva? Che i posti di lavoro creati saranno di più di quelli persi, che troveremo un modo di mettere a frutto anche le competenze obsolete acquisite negli anni passati e che nel tempo riusciremo a distribuire sapere e costruire sempre più intelligenza collettiva?
No certo che non può bastare.
Il tema etico sotteso è importante e pesante. Molte delle persone che perderanno il lavoro non hanno e non avranno, in tempi brevi, le competenze per occupare quelli invece creati e rimarranno fuori dal processo produttivo. Il problema demografico del mondo occidentale amplifica questo divario. Ma allora perchè parlare del se arrestare la rivoluzione e non interrogarsi sulle giuste domande?
Per essere protagonista di questa nuova rivoluzione industriale e cogliere le opportunità di una alta formazione accademica e di esperti del settore, sono aperte le iscrizioni per il Master Universitario di II Livello in Artificial Intelligence & Data Science, dal Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza “Giovanni Anania” e dal Dipartimento di Matematica e Informatica – Università Della Calabria Unical.
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