Come (non) scoprire il proprio Ikigai
Vorresti possedere una sfera di vetro da consultare per scoprire qual è il tuo scopo nella vita? Allora questo post blog può fare al caso tuo. E se, invece, ti piace scoprire giorno per giorno qual è il tuo personale posto nel mondo, beh!, questo post blog può fare al caso tuo.
Qui, infatti, parliamo di ikigai, l’ormai noto concetto giapponese che fa riferimento proprio agli obiettivi esistenziali di ognuno, la ragione per cui ci si alza al mattino e si affrontano le giornate con entusiasmo. Letteralmente tradotto, “iki” significa vita e “gai” significa valore o merito. L’ikigai rappresenta quindi ciò che dà significato alla vita di una persona, trovando un equilibrio tra ciò che si ama fare, ciò in cui si è bravi, quello per cui si può essere pagati e ciò di cui il mondo ha bisogno.
Ma come si scopre il proprio ikigai?
Immaginatevi in un vasto deserto, dove il sole cocente batte implacabile e ogni duna sembra identica alla precedente. Capita, a volte, di sentirci come se fossimo proprio in mezzo a quella sabbia, circondati da un mare di domande senza risposta, incerte e incerti sul cammino da intraprendere.
Il buon sapore dell’incertezza alla scoperta di sé
Quando ci si sente smarriti nel labirinto delle proprie passioni e dei propri talenti, a volte è facile cadere nella trappola della certezza, cercando risposte definitive a quesiti che spesso non hanno soluzione immediata. Tanto da rischiare crisi mistiche se non abbiamo una lista corposa e significativa di COSA CI PIACE E COSA NO. Dalle letture, agli hobby, alle amicizie, passando per il cibo, la musica, i vestiti, gli sport e fino al tipo di relazione amorosa e al lavoro. Insomma, vale per tutto. Fin dalla tenera età, il mondo sembra chiederci, da ogni dove e in ogni modo, di scoprire cosa desideriamo e vogliamo fare. In particolare, cosa vogliamo fare da grandi, proprio come raccontato nel nostro ultimo post blog.
Però, forse il primo passo verso la scoperta di sé è ammettere di non sapere – Del resto qualcuno ben più saggio, lo ha detto centinaia di secoli fa e chi siamo noi per smentire?. E dare più spazio all’incertezza potrebbe supportare quel primo passo. Perché, alla fine, è proprio il dubbio che smuove la curiosità e che ci spinge a cercare, a esplorare, a metterci alla prova. Il Non so cosa mi piace, diventa allora una bussola per esplorare la mappa dei dieci, cento, mille posti nel mondo che potremmo trovare. Diventa la guida privilegiata del viaggio verso la consapevolezza della propria identità. Ed è qui che entra in gioco l’ikigai.
Cos’è questo ikigai?
L’ikigai rappresenta il punto in cui le passioni, le vocazioni, le professioni e le missioni si intersecano, creando un senso di realizzazione e felicità. E i quattro insiemi fanno riferimento ad aree interne (abilità e ciò che ci piace) ed esterne (bisogni del pianeta e ciò che è monetizzabile) a noi.
Ma come si trova, questo connubio magico?
Partendo dai propri desideri, perché dentro c’è la nostra essenza.
Quindi sì, serve farsi domande, ma soprattutto serve ascoltare la pancia perché i desideri sono lì, assieme alla farfalle che si agitano, proprio come quando sentiamo innamoramento. E come ci comportiamo quando amiamo un’altra persona? Cerchiamo di capire se quel trasporto, quella passione trova accoglienza o rifiuto, tentiamo timidi o impulsivi approcci, le chiediamo di uscire insieme. Ecco, allo stesso modo dovremmo sforzarci di comprendere come far crescere il desiderio per qualcosa e come realizzarlo. Dovremmo invitarlo a cena e cercare di conoscerlo meglio. Per questo, l’ikigai va vissuto ed esplorato. Occorre dare tempo alla scoperta: accettare che trovare il proprio ikigai è un processo in continua evoluzione: richiede pazienza e sperimentazione.
Le domande giuste da farsi
Questo tempo di scoperta non è un tempo di attesa di chissà quale rivelazione. Serve impegno e proattività, e, manco a dirlo, serve fare appello alla propria capacità di mettersi in discussione. Ecco che diventa imprescindibile intervistare te stessa e te stesso, ponendoti interrogativi che sollecitano la riflessione più profonda. Comincia con il chiederti: Se avessi la certezza di realizzare un tuo sogno, quale sceglieresti? Immagina di poter agire senza il peso del dover guadagnare e di poter seguire unicamente il tuo cuore, libero da costrizioni. Tuttavia, evita di limitarti a una mera lista di domande, che rischia di essere più frutto di riflessione intellettuale che di autentico coinvolgimento emotivo. Sfida te stessa ogni giorno, esplorando luoghi nuovi, anche quelli vicini a casa, se al momento i viaggi più impegnativi non sono un’opzione. L’importante è sperimentare contesti diversi per comprendere appieno ciò che ti rende felice e ciò di cui sei capace. Procedi sempre, anche a tentoni a volte, fai pause quando ne senti il bisogno, ma non smettere di farti domande.
Altro quesito fondamentale per scoprire il proprio ikigai è: Quali sono le mie abilità? Questo interrogativo mira a scoprire la propria vocazione, che potrebbe coincidere o meno con la risposta alla prima domanda. Ma qui si tratta di una questione più pratica e meno legata alle emozioni. Talento e passione non sempre vanno di pari passo.
Nel frattempo, sforzati di comprendere Cosa il mondo si aspetta da te? Questa potrebbe essere la domanda più impegnativa. In sostanza, si tratta di individuare il ruolo che desideriamo ricoprire sulla terra, ciò che può giovare a noi stessi, agli altri e al pianeta per renderlo un luogo migliore. Successivamente, rifletti su come tutto ciò possa trasformarsi nella tua professione. Pur essendo una domanda diretta e pratica, richiede un’approfondita ricerca e una profonda consapevolezza.
I punti di vista altrui
In questo processo esplorativo sarebbe opportuno sfatare il mito dell’auto-scoperta solitaria e immergersi nel mare dei punti di vista altrui, dove si può pescare una nuova prospettiva o, meglio ancora, un talento che non pensavamo di possedere.
Avete mai notato il potere rigenerante di avere intorno persone che ti sostengono? Sì, quelle che ti fanno sentire come se potessi sconfiggere un elefante con un tovagliolo di carta. È un po’ come avere h24 assistenza personale per la tua crescita, ma con più abbracci. E poi, c’è il bonus: queste anime gentili spesso scorgono diamanti nascosti nelle nostre goffaggini quotidiane, e non parliamo della capacità di far scoppiare i popcorn senza bruciarli o il saper camminare sui tacchi alti senza inciampare. Non è forse vero che il mondo è pieno di stelle emergenti, scoperte da mentori che sanno osservare oltre le apparenze?
Gli strumenti per la scoperta
Le ragazze e i ragazzi che incontriamo, grazie ai progetti che realizziamo con e per le loro scuole, ci chiedono sempre da dove partire per capire come trovare il proprio progetto di vita. Sempre più spesso, ormai, hanno utilizzato il bilancio delle competenze e il curriculum vitae o hanno già partecipato a lezioni di Orientamento. Tutti strumenti importanti per la ricerca del lavoro e, a volte, per individuare alcune proprie abilità tecniche, ma sebbene strumenti proficui, tendono a standardizzare le professionalità. La stessa parola, bilancio delle competenze sembrerebbe condurre a un equilibrio che mette in rilievo quello che le persone sanno fare, in realtà, di solito, si tratta di domande rigide che nascondono il rischio di accartocciare anche le personalità più brillanti. Ecco perché è fondamentale riconoscere i loro limiti e fare sforzi consapevoli per preservare la diversità e l’individualità durante il processo di valutazione.
La consapevolezza del proprio rapporto con le cose, è un primo decisivo passo verso la relazione sana con quelle cose. Ma proviamo a chiarire con un esempio: se abbiamo un cattivo rapporto con il tempo, individuare quali sensazioni, quali parole e quali vissuti associamo a esso, è certamente d’aiuto per iniziare a virare verso un approccio più equilibrato con l’uso che, del tempo, facciamo.
Allo stesso modo, questa metodologia è funzionale a moltissimi ambiti della nostra vita. Per questo, uno degli strumenti preferiti di Goodwill è chiedere di scrivere dieci parole quando si pensa al proprio scopo nella vita, al proprio talento: un esercizio pratico per individuare i concetti chiave che guidano le nostre scelte. Un modo per esprimere la nostra unicità, ma anche un’opportunità per esplorare le incertezze e riflettere sulle domande fondamentali e sui primi tasselli necessari alla scoperta delle proprie passioni.
Nell’avventuroso mondo del lavoro
E il mondo del lavoro? Quel luogo misterioso dove le competenze si scontrano con le esigenze del mercato, come guerrieri in un’arena romana! C’è una cosa importante che vogliamo dire a questo proposito: il mercato professionale è cambiato molto negli ultimi vent’anni, è come un caleidoscopio in costante movimento, e solo chi ha sia le competenze tecniche che quelle trasversali può sperare di sopravvivere in questo parco giochi per adulti. Ma non è solo una questione di adattamento, no no. È anche un gioco di innovazione, come quando aggiungi formaggio extra sulla pizza per renderla più gustosa: inizialmente può destabilizzare, ma a poco a poco anche le persone più scettiche ne apprezzano il nuovo sapore. Così, l’invito è a non smettere mai di cercare il proprio ikigai, perché quel prezioso punto magico esiste.
Quindi, care lettrici e cari lettori, preparatevi a intraprendere il viaggio verso la scoperta del vostro ikigai con la grinta di chi esplora, ma anche con la pazienza di chi pesca, in attesa del momento giusto per lanciare la sua lenza. Strizzando l’occhio all’incertezza, concedetevi il lusso di esplorare le vostre passioni e talenti, come se stesse cercando il Santo Graal nel giardino di casa. Nel peggiore dei casi, ipotizziamo noi di Goodwill, avrete trovate chi siete voi e il vostro posto nel mondo. Niente male, no?
In tutto quello che Goodwill fa, tiene sempre in conto la continua esplorazione, la ricerca costante e il punto di arrivo che, a volte, diventa un nuovo punto di partenza. Portiamo questi temi in ogni attività, in ogni formazione, sempre, perché sono parte della nostra identità. Per saperne di più, se ti va, dai un’occhiata ai nostri progetti.
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