Oltre l’idea di giusto e di sbagliato. La gestione dei conflitti
Avete mai fatto a caso a quanto sia più comune tra le persone essere in disaccordo che non della stessa idea? Tra conoscenti, con amiche e amici, in famiglia, in ufficio, tra colleghe e colleghi, vicinato e il mondo intero, potremmo dire, è molto più facile non comprendersi. Questo accade, nonostante poche sensazioni al mondo siano più belle del capirsi. Avete fatto caso anche a questo?
Perché allora la discussione e il conflitto, sono sempre in agguato tra le relazioni umane? La nostra risposta è che, in realtà sono una parte importante della crescita personale. Sono inevitabili e utili a costruire relazioni più sane.
Però, attenzione, non stiamo invitando a litigare sempre e con chiunque. Tutt’altro. Come sempre mettiamo sul tavolo una serie di riflessioni e concetti che abbiamo studiato in anni di formazione fatta e ricevuta. Vediamo insieme come gestire i conflitti e partiamo dalle basi.
Cos’è il conflitto e perché è inevitabile
Il conflitto è una situazione in cui due o più parti hanno opinioni, interessi o valori divergenti. È inevitabile nelle relazioni umane perché ogni individuo porta con sé un bagaglio unico di esperienze, aspettative e bisogni. Individuare e riconoscere il conflitto come un elemento naturale delle interazioni umane è il primo passo per gestirlo efficacemente.
Sappiamo che esistono molte tecniche e libri di esperte ed esperti sulla gestione del conflitto. Tuttavia, nello spazio di questo blog post abbiamo scelto di condividere quello che ci sta più a cuore.
La maggior parte dei conflitti nasce dal fatto che, quando discutiamo, tendiamo a perdere di vista il problema e a voler avere ragione. Tendenzialmente, quando perdiamo di vista il problema accusiamo l’altro. Diventiamo inattaccabili se, invece di dire: “Hai sbagliato, hai fatto questo, mi hai offeso”, diciamo come quella situazione ci fa sentire. Ad esempio, potremmo dire: “Mi sono sentita a disagio in questa situazione”. E perché questo ci rende inattaccabili? Perché nessuno può dirci come dobbiamo sentirci e allo stesso tempo offriamo una possibilità di pace.
In un conflitto, in una discussione, raramente ascoltiamo l’altra persona, perché ci preoccupiamo di come controbattere, bloccando così la comunicazione. Facciamo fatica ad accettare che altre persone pensino in maniera diversa da noi e quindi non ascoltiamo cosa hanno da dire ma stiamo già pensando a come rispondere. Durante il conflitto, dovremmo invece porre domande, riflettere e mettere in discussione le nostre convinzioni. Esistono libri, metodologie e tecniche per imparare a fare tutto questo, ma se partiamo dal presupposto che, quando qualcuno ha un’opinione diversa dalla nostra, non lo ascoltiamo e pensiamo solo a come replicare, tutti i libri del mondo non serviranno a nulla. E c’è di più, centinaia di efficacissime teorie e tecniche che conosciamo bene, quando siamo coinvolti in prima persona e, dunque, emotivamente, sono davvero difficili da applicare. Occorre fare pratica e l’unica pratica possibile e rimanere nella situazione conflittuale, affrontandola con consapevolezza di sé e del mondo altrui.
Importanza della gestione del conflitto in vari contesti
La gestione del conflitto riveste un ruolo fondamentale in diversi contesti, ognuno con le proprie dinamiche e necessità specifiche. Nella sfera personale, la capacità di gestire i conflitti può rafforzare i legami affettivi e promuovere una migliore comprensione reciproca. In ambito lavorativo, è possibile creare un ambiente lavorativo più armonioso e produttivo, dove le idee innovative vengono valorizzate e integrate nel processo decisionale. E a livello sociale, affrontare i conflitti in modo costruttivo può favorire la coesione e la solidarietà all’interno delle comunità. Quando si discutono tematiche di interesse collettivo, ma non solo è fondamentale promuovere un approccio che favorisca dialogo e rispetto reciproci.
Gestire i conflitti nei diversi contesti non solo aiuta a prevenire conseguenze negative, ma anche a costruire relazioni più forti e resilienti. Fino a, in alcuni casi, costruire un senso di appartenenza e legami benevoli, in grado di migliorare la vita delle persone. Ogni situazione di conflitto, se affrontata con la giusta mentalità e strumenti, può trasformarsi in un’opportunità di crescita e miglioramento per tutte le parti coinvolte.
Naufragar m’è dolce in questo mar…
Tra due o più individui, dentro la mente o il cuore di una persona o, su scala allargata, all’interno di organizzazioni più o meno grandi. Per citare solo alcune possibili casistiche accomunate dall’alta probabilità di non riuscire a risolvere i conflitti e, addirittura, a volte (o spesso?) crogiolarsi in essi. Perché si sa è più semplice rimanere in situazioni scomode, lamentandosi di esse naturalmente, invece che assumersi la responsabilità di un cambiamento. Cambiamento che richiede una decisa presa di coscienza innanzitutto, un atto di volontà e anche costanza e autodisciplina per non regredire o continuare a naufragare nel dolce mare del tanto nessuno mi capisce. Desideri, valori o credenze opposti possono generare conflitti e questi, a loro volta causare stress e indecisione, ma affrontarli può portare a una maggiore consapevolezza di sé e crescita personale. La comunicazione e l’empatia giocano un ruolo fondamentale nel risolverli e comprendere e identificare la natura dei vari tipi di conflitti è essenziale per creare strategie efficaci di gestione e risoluzione.
Il valore del conflitto: trasformare il disaccordo in opportunità di crescita
Quando persone con prospettive diverse si confrontano, il disaccordo non va evitato, per nessuna ragione. Discutere con chi ha opinioni molto diverse dalle nostre è faticoso, è vero, ma dobbiamo imparare a riconoscere il ruolo positivo di una discussione, anche accesa. Il conflitto può essere un catalizzatore per il cambiamento, l’innovazione e la crescita personale. Come osservato da Stefania Andreoli, abbiamo teso ad eliminare il conflitto perché richiede intelligenza e abilità per essere gestito, sostituendolo con intolleranza. Questo atteggiamento, però, ha conseguenze negative come stress, inefficienza e deterioramento delle relazioni. Imparare a gestire i conflitti in modo efficace ci permette di trasformare queste sfide in opportunità di apprendimento e miglioramento continuo.
Come gestire meglio i conflitti
Vivere i conflitti con una nuova prospettiva è essenziale per migliorare le relazioni difficili e prevenire dinamiche che alimentano antagonismo e frustrazione. I contrasti, infatti, offrono preziose lezioni di crescita personale, a patto che siamo disposti a vederli da un angolo differente e a mettere in discussione le nostre convinzioni. Spesso percepiamo le tensioni come ostacoli alla nostra tranquillità, ma questa visione è limitante. Attraverso una ristrutturazione del nostro modo di percepire il conflitto, possiamo sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e migliorare le nostre interazioni. È fondamentale riconoscere e gestire i meccanismi dell’ego che alimentano molte delle distorsioni nelle dinamiche conflittuali. Se affrontato con la giusta mentalità, il conflitto non è solo una sfida, ma una preziosa opportunità di crescita personale e relazionale.
Le fasi fondamentali della gestione del conflitto
Affrontare un conflitto può sembrare una montagna insormontabile, ma imparando a riconoscere alcune fasi tipiche dell’escalation di un conflitto (la crescita), possiamo trasformarlo in un’opportunità di crescita e miglioramento. La prima fase è l’identificazione del conflitto: riconoscere i segnali e i sintomi che indicano un problema emergente è cruciale. Può trattarsi di tensioni latenti, comunicazioni interrotte o comportamenti evitanti. Una volta identificato, il passo successivo è l’analisi del conflitto. Qui è essenziale capire le cause e le dinamiche sottostanti. Strumenti come la mappatura del conflitto possono aiutarci a visualizzare i diversi attori coinvolti e le loro interazioni, facilitando una comprensione più profonda della situazione.
Tecniche per gestire efficacemente il conflitto
Una volta analizzato il conflitto, è il momento di intervenire e risolverlo. Interventi efficaci possono includere la comunicazione efficace, l’ascolto attivo e l’empatia. Adottare un atteggiamento assertivo senza essere aggressivi può aprire la strada a soluzioni condivise. Facilitazione e negoziazione giocano un ruolo chiave nel trovare accordi win-win, dove entrambe le parti sentono di aver guadagnato qualcosa. Strumenti come il brainstorming e l’analisi SWOT possono essere utilizzati per generare idee innovative e soluzioni creative. Infine, il monitoraggio e la valutazione delle soluzioni adottate aiutano a verificare l’efficacia degli interventi e a prevenire futuri conflitti, garantendo relazioni più armoniose e produttivi
Costruire insieme uno spazio sicuro
Ben oltre le idee di giusto e sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù, ha scritto il poeta Rumi, e questo campo rappresenta il luogo dove possiamo davvero incontrarci, al di là delle nostre differenze. La gestione del conflitto non riguarda solo la risoluzione di disaccordi, ma la costruzione di uno spazio sicuro dove chiunque possa esprimersi liberamente e sentirsi ascoltata o ascoltato. Strumenti e tecniche possono facilitare il consenso reciproco aiutandoci a trovare punti in comune e a costruire soluzioni condivise, ma lasciatecelo ribadire, la gestione più efficace fa appello al non evitare il conflitto, allo stare nella situazione scomoda con consapevolezza e con pazienza. In quel campo, appunto, oltre le idee di giusto e di sbagliato.
E per qualsiasi curiosità dubbio o perplessità, potete scriverci qui, noi siamo sempre felici di rispondere! E accettiamo anche le critiche, promesso.
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