“Come posso aiutare?”, lezioni di leadership con Max Goodwin
Nel complesso e dinamico equilibrio di relazioni e azioni, ognuno fa il suo personale viaggio alla scoperta del proprio stile di leadership. Si trascorrono ore, giorni, anni a scrutare dentro di noi, cercando di comprendere come desideriamo relazionarci con il mondo che ci circonda e come vogliamo interpretare le azioni degli altri. In questo affascinante inerpicarsi di riflessioni e aspirazioni, (noi di Goodwill) abbiamo trovato un’inesauribile fonte di ispirazione nel “Come posso aiutare” ripetuto costantemente da Max Goodwin, il direttore sanitario della serie televisiva New Amsterdam.
Ma cosa rende Max Goodwin così straordinario? Perché il suo personaggio ci ispira lezioni di leadership?
La risposta risiede nella sua autenticità travolgente, nella passione che permea ogni sua decisione e ogni suo gesto, nella dedizione senza compromessi. Max Goodwin va sempre oltre la risposta del “così com’è”, oltre le etichette, oltre le statistiche, oltre il rapporto direttore-dipendente e vede le persone per ciò che sono: esseri umani fragili, ma intrisi di resilienza e speranza. Il direttore sanitario del New Amsterdam incarna il leader che sogna in grande e agisce con coraggio per realizzare quei sogni. Max rompe gli schemi e sfida le convenzioni, mettendo in discussione l’ordine stabilito per aprire le porte a nuove possibilità, a nuove soluzioni che, spesso, potrebbero cambiare tutto.
A lezione di leadership (innovativa)
Il principio di base sembra quasi semplice e risiede in tre potenti parole: “Come posso aiutare?”. La sua potenza è in tutto quello che una sola domanda esprime. Max Goodwin la rivolge a ogni medico del suo team. Il direttore sanitario del New Amsterdam Hospital, non dice loro cosa fare, non dà ordini: al contrario, li invita costantemente a dirgli di cosa hanno bisogno per svolgere meglio il proprio lavoro.
La serie americana, New Amsterdam appunto, racconta le vicende di un ospedale nel contesto della sanità pubblica di New York, la terra dove persino la cura di un raffreddore bisogna potersela permettere. Qui, tra tagli ai bilanci dell’azienda ospedaliera e un sistema di privilegi incastrati nelle regole di procedure assicurative, emerge il direttore sanitario che incarna l’essenza della leadership trasformativa: passione, integrità, determinazione e umiltà ispirano il dottor Goodwin e lui ispira il cambiamento.
E cos’è tutto quello che racconta quella domanda? Vediamo alcuni elementi della leadership trasformativa di Max Goodwin:
Creare connessioni autentiche
Quando si rivolge a un dipendente chiedendo come può essere utile, rompe le barriere della gerarchia e apre le porte a una comunicazione sincera. Non si limita a un discorso generale per tutto il team, ma si prende il tempo di parlare con ciascuno individualmente. È una conversazione personale, uno scambio uno-a-uno. In quel momento, il leader offre tutta la sua attenzione e si affida alla fiducia reciproca. Si aspetta che il dipendente si apra e dica ciò di cui ha bisogno per svolgere al meglio il proprio lavoro, per ottenere risultati eccellenti per l’azienda e per il beneficiario finale. Una posizione forse un po’ scomoda e vulnerabile per un leader, nella quale molti preferirebbero non trovarsi. Ma nel sentirsi comodi in questa scomodità si cela la forza di un vero leader, proprio come di ogni essere umano.
Mettersi al servizio
Coniato per la prima volta da Robert Greenleaf nel 1970, “leader servitore”, fa riferimento alla capacità di focalizzarsi principalmente sulla crescita e sul benessere delle persone che guida e della comunità alla quale appartengono. Il servant leader si distingue all’interno di un contesto organizzativo perché dà priorità alle esigenze dei suoi collaboratori e si impegna a favorire la loro crescita professionale, spronando a raggiungere il massimo delle loro potenzialità. Non è un leader che pensa di saperne sempre di più (e meglio) dei propri collaboratori, né pensa che l’azienda funzioni già al meglio, senza bisogno di miglioramenti. Con semplicità e chiarezza, dice ai suoi collaboratori: “Il mio compito è soddisfare le vostre esigenze, come posso far accadere le cose? In un’azienda guidata da un leader servitore, i membri del team si sentono valorizzati, ascoltati e supportati nel loro lavoro. Questo, a sua volta, si traduce in alti livelli di soddisfazione e motivazione.
Ascoltare attivamente
La parola chiave è empatia, dal greco empàtheia ‘affezione’, ripreso in filosofia come calco della parola tedesca Einfühlung ossia immedesimazione e identificazione. Una leadership che sappia comprendere le esigenze degli altri, quindi, dimostrando di riuscire a immedesimarsi nelle situazioni, a volte anche distanti dal proprio modo di essere. Perché è lì il difficile: provare a capire quando non si condivide.
Quello di non addentrarsi realmente nelle vite dei dipendenti è un rischio sempre dietro ogni angolo delle organizzazioni gerarchiche: spesso i ruoli apicali sono distanti sia dal beneficiario finale ma anche dal proprio team, invece il tempo giusto per l’empatia è un pilastro fondamentale della leadership e consente di sviluppare un forte senso di fiducia reciproca con i membri del team. Inoltre, un leader empatico pratica un ascolto attivo, dedicando tempo e attenzione alle opinioni e ai bisogni degli altri, discutendo anche le proprie idee, fino a considerare di cambiare prospettiva, per favorire la collaborazione e la costruzione di soluzioni condivise.
Dare concretezza alla propria visione
Far quadrare i milionari conti dell’azienda ospedaliera, nonostante le sue idee visionarie per offrire servizi medici di alta qualità siano sempre senza un budget dedicato, chiede a Max Goodwin di utilizzare grandi dosi di concretezza.
Concretezza che consente anche di agire in linea con le promesse fatte e tradurre le parole in azioni reali e positive per il bene dell’azienda e delle persone che ne fanno parte.
Stop quindi a ore di riunione inutili e astratte dalle quali si esce stremati (mentalmente e fisicamente) e quasi senza le idee chiare e senza un task preciso per ogni partecipante. E ancora: Polemiche inutili? No grazie: si cercano soluzioni, in ogni modo possibile e i problemi diventano perciò occasioni di confronto, spesso concretizzate in azioni inusuali, pur di risolvere.
Leadership non è autorità
È visione audace e umanità, fondamentali per una leadership in stile Max Goodwin perché si ha la capacità di proiettare lo sguardo oltre l’orizzonte. La sua visione audace trascende le sfide e le limitazioni del presente, spingendo l’intero team a superare i confini dell’ordinario. Questa visione audace alimenta la creatività e stimola l’innovazione, aprendo nuovi orizzonti di possibilità e, combinata con profonda umanità, alza di molto l’asticella della buona leadership, destinata a lasciare un segno duraturo. è
È dimostrare coraggio e determinazione: un buon leader affronta con risolutezza ogni sfida. Ha il coraggio di prendere decisioni difficili e impopolari, quando necessario, pur mantenendo sempre l’obiettivo finale in vista. Il coraggio permette al leader di superare gli ostacoli e di guidare il suo team attraverso le avversità.
È autenticità e l’integrità. Essere autentici significa rimanere fedeli a se stessi, senza compromettere i propri valori e principi. Un leader autentico è trasparente e coerente nelle sue azioni, guadagnando così la fiducia e il rispetto del team. L’integrità, invece, si manifesta nella coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, nel rispetto degli impegni presi e nella responsabilità delle proprie azioni.
E così, il magnetismo di Max Goodwin ci avvolge, ci cattura e ci spinge a riflettere sulle nostre ambizioni e sui nostri desideri di leadership. Il direttore sanitario del New Amsterdam incarna il potenziale che risiede in ognuno di noi, il potere di influenzare positivamente le vite degli altri, di forgiare un futuro migliore. Con Max, scopriamo che la leadership non è solo una posizione di autorità, ma un cammino di scoperta e di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri.
Quindi, lasciamoci ispirare da Max Goodwin e dalla sua inarrestabile passione per un cambiamento significativo. Sogniamo in grande, abbracciamo la nostra umanità e agiamo con coraggio. Insieme, possiamo trasformare le nostre relazioni, le nostre comunità e il mondo intero.
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