Strumenti di innovazione e Riusiamo l’Italia per il terzo e il quarto appuntamento di Tilt
Dopo i primi due incontri dedicati alla progettazione partecipata, nel terzo e quarto appuntamento di Tilt i ragazzi del progetto si aprono all’autoimprenditorialità. Due eventi ravvicinati, quelli dell’8 e del 9 marzo, che hanno generato riflessioni e movimento intorno al tema della rigenerazione. Non solo quella del Quartiere San Gennaro dell’Università della Calabria. Nel campus, nella città di Cosenza e in tutta Italia iniziative di comunità hanno già reso fruibili luoghi completamente abbandonati.
Nel pomeriggio formativo dedicato al business model canvas i ragazzi scoprono cosa c’è dietro un’idea di business, cosa serve perché stia in piedi. Divisi in team ragionano su target e value proposition. Iniziano a entrare nelle logiche economiche e sociali che determinano la riuscita di un’impresa. Tra Business Model Canvas e Javelin Board riescono a ricostruire un caso di successo. Con la consapevolezza che nulla deve essere tralasciato rilevano attività e risorse chiave e riflettono scrupolosamente sui canali.
Si confrontano tra loro integrando i suggerimenti di Lucia Moretti che anche in quest’occasione li ha spalleggiati e motivati. E ovviamente anche spronati, facendo emergere in un brainstorming a gruppi, le loro idee di valorizzazione dell’aula dove si svolgeva il corso. Una sala antistante al Talent Garden Cosenza vuota, poco sfruttata, la cui destinazione non ancora ben definita, lascia spazio alla domanda provocatoria “E voi cosa ci fareste in questo spazio?”.
Di tempo per pensare ancora un po’ ce n’è. E all’indomani dell’incontro sugli strumenti di innovazione ci spostiamo a Talent Garden. Conosciamo Giovanni Campagnoli autore di Riusiamo l’Italia e alcuni protagonisti del nostro territorio. Chi, con le sue forze, spinto da un obiettivo, caricato da un sentimento, ha spazzato via l’incuria e il peso di ostacoli burocratico-temporali. Chi è un esempio di come insieme si può provare che la rigenerazione urbana non è un principio parlato, ma un valore che costruisce: relazioni, nuove esperienze e cambiamenti positivi. Qualcosa che si può vedere e toccare. Che restituisce a chi la crea la gratificazione di un presente diverso, stimolante e vivo. E la fiducia di un domani dove gli spazi vuoti da riempire saranno sempre meno.
Spazi vuoti che con Giovanni Campagnoli e il suo progetto, Riusiamo l’Italia, scopriamo essere più di un milione e mezzo in Italia. Luoghi che, come recita il suo slogan, hanno bisogno di “meno mattoni e più neuroni”. Di un approccio imprenditoriale che deve soddisfare i bisogni attraverso un processo creativo perlopiù collettivo. Prima di Giovanni Campagnoli la testimonianza locale di Eliseno Sposato, dell’associazione La Terra di Piero. Autori di missioni in Africa e della rigenerazione del giardino Carlo Levi in via Roma, oggi Parco Piero Romeo. Il Parco inclusivo della città di Cosenza più grande d’Italia. Dopo Eliseno Sposato, Aldo Presta, progettista che si occupa di design della comunicazione.
Con lui affrontiamo le contraddizioni del campus dell’Università della Calabria. L’importanza dei segni testuali, di indicazioni univoche che danno identità a un luogo. Il suo impegno e il coinvolgimento dell’Ateneo per ripensare luoghi del campus trascurati che hanno perso il loro senso. Come le corti sottostanti le aule consolidate che con lui ritornano ad essere aule sospese. Così le aveva chiamate in origine l’architetto del campus Vittorio Gregotti. Aule sospese tra due blocchi di cubi.
L’attenzione si sposta poi sul racconto di Roberta Caruso e della sua Home4creativity, il coliving a Montalto Uffugo che rivoluziona il concetto di abitare in Calabria. Di Stefania Emmanuele e della rivitalizzazione del borgo di Civita. Di Deborah De Rose e Interazioni Creative, uno spazio aperto ad artisti e creativi.
“Storie da dentro, non dal basso e ad alto profilo” come le ha definite Giovanni Campagnoli che di buone pratiche in giro per l’Italia ne ha viste! E presentandole ha sottolineato il ruolo dei giovani nell’innovazione sociale. La loro creatività nel trovare soluzioni nuove. La capacità di abbandonare la logica del “si è sempre fatto così”. Come stanno facendo i ragazzi di Tilt pronti a rigenerare il nuovo Quartiere San Gennaro.
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